L’osteoporosi è una patologia sistemica che interessa l’apparato scheletrico. È progressiva e legata all’invecchiamento. Man a mano che passa il tempo, infatti, vi è una riduzione della densità minerale nel tessuto osseo e questo provoca il suo deterioramento, con tutti i rischi e le conseguenze associate. Quando una persona soffre di osteoporosi, la resistenza al carico meccanico si riduce e aumenta invece il rischio di fratture.
Cos’è l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia cronica. Le cause, tuttavia, sono solo in parte prevenibili poiché il deterioramento è un processo fisiologico.
Questo perché l’attività degli osteoblasti, ovvero le cellule che si occupano di riformare l’osso vecchio e danneggiato, si riduce con l’invecchiamento fisiologico e questo provoca appunto la perdita di massa ossea.
A livello statistico, il 23% delle donne con un’età superiore ai 40 anni soffre di osteoporosi. Gli uomini, invece, sono meno colpiti. Solo il 14% degli uomini, infatti, soffre di osteoporosi e nella maggior parte dei casi il deterioramento delle ossa comincia dopo i 60 anni.
Osteoporosi: cause e fattori di rischio
La principale causa dell’osteoporosi è fisiologica. Sappiamo che l’osso durante il corso della vita viene rimodellato.
Da una parte infatti ci sono gli osteoclasti che si occupano di rimuovere il tessuto vecchio e danneggiato riassorbendo il calcio, dall’altra gli ostroblasti invece lo riformano apportando nuovo calcio.
Ostoclasti e osteoblasti sono le due cellule principali dell’osso, il quale però contiene anche una matrice proteica mineralizzata la quale è composta da collagene di tipo I, da fosfato di calcio e da proteine.
Man a mano che passano gli anni, però, notiamo che l’attività di distruzione del tessuto scheletrico vecchio prevale rispetto alla ricostruzione.
Questo porta alla perdita di massa ossea. Se fino a un certo punto la perdita rientra in valori fisiologici, arriva invece un momento in cui si entra in una fase patologica.
In questa fase la perdita di massa ossea è così importante che si manifestano gli effetti dell’osteoporosi.
Fattori di rischio
Abbiamo visto in precedenza che età e sesso sono fattori che determinano il rischio di soffrire o meno di osteoporosi. Tendenzialmente l’osteoporosi interessa maggiormente le donne rispetto agli uomini e complessivamente la fascia d’età over 60.
L’osteoporosi, inoltre, si manifesta con maggiore incidenza in caso di fratture pregresse e anche una certa predisposizione familiare alla malattia può incidere sulla sua comparsa.
Infine, l‘uso prolungato di alcuni farmaci come i corticosteroidei, gli inibitori delle aromatasi, terapie di deprivazione androgenica e assunzione eccessiva di ormoni tiroidei può provocare appunto l’osteoporosi. Lo stesso vale per chi abusa di alcol e tabacco.
Rischiano maggiormente di soffrire di osteoporosi coloro che soffrono di patologie quali:
- Ipertiroidismo non controllato
- Iperparatiroidismo primitivo
- Ipogonadismo
- Diabete mellito
- Menopausa precoce
- Celiachia
- Malassorbimento intestinale
- Infiammazioni intestinali croniche
- Intervento chirurgico per obesità
Infine, le persone con almeno 25 anni di età che a un certo punto perdono peso in modo repentino (per una percentuale superiore al 10% rispetto al peso corporeo), le persone in sottopeso e quelle che conducono una vita eccessivamente sedentaria hanno un maggior rischio di andare incontro all’osteoporosi durante la terza età.
Sintomi dell’osteoporosi
L’osteoporosi rientra tra le malattie i cui sintomi sono inizialmente silenziosi. Quando iniziano a comparire è perché le ossa sono talmente fragili che le fratture diventano man a mano ricorrenti.
Tutte le ossa infatti iniziano a soffrire di questa debolezza ossea e di conseguenza possono essere oggetto di fratture.
Tra le ossa di solito maggiormente soggette alla frattura troviamo il femore, il polso e la colonna vertebrale.
Una persona con osteoporosi, in generale, nelle prime fasi della malattia comincia ad avvertire dolori che non interessano solo le ossa, ma anche i muscoli del corpo. In questo caso la parte più colpita del corpo è quella lombare.
Altri sintomi correlabili all’osteoporosi sono mal di schiena, soprattutto se cronico e non correlato a uno sforzo fisico, e dolori articolari.
Osteoporosi quando preoccuparsi
L’osteoporosi generalmente inizia a manifestarsi quando è già in uno stadio avanzato. Nelle sue prime fasi è davvero raro che possa provocare dei sintomi specifici e facilmente individuabili.
Ecco perché occorre sottoporsi autonomamente alla MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), in modo tale da vedere se si soffre o meno di osteoporosi.
Un controllo di routine dovrebbe essere fatto dalle donne quando raggiungono all’incirca i 65 anni, mentre nel caso degli uomini è consigliato dopo i 70 anni. Questa età è considerata indicativa, in quanto le fratture e la fragilità ossea si possono presentare già prima.
Ecco perché se si presenta una maggiore incidenza di fratture, qualsiasi sia l’età nella quale ci si trova, è importante ricorrere alle analisi strumentali per poter confermare o escludere la presenza di osteoporosi.
Osteoporosi e fratture
Bisogna considerare che la conseguenza più importante dell’osteoporosi è la frattura, specialmente perché questa molte volte colpisce le ossa che funzionano da sostegno al corpo, cioè il femore e le vertebre.
Nel caso del femore, di solito la causa primaria di frattura è la caduta. Grazie alle tecniche chirurgiche è possibile ottenere un decorso positivo della frattura del femore.
Tuttavia, non sempre però le prospettive sono rosee: c’è sempre da considerare il fatto che le fratture ossee al femore possono diventare profondamente invalidanti e provocare anche la morte come complicanza post operatoria nel 5% dei casi.
La frattura alla colonna vertebrale invece non ha bisogno di una caduta per verificarsi. Semplicemente l’aumentata fragilità ossea causata dall’osteoporosi può provocare l’incrinamento delle vertebre per semplice compressione. La cifosi patologica, se non correlata ad altre cause, può essere uno dei primi sintomi visibili dell’osteoporosi.
Come prevenire l’osteoporosi
Fortunatamente è possibile intervenire sull’osteoporosi giocando d’anticipo. Esistono infatti dei comportamenti atti a prevenire questa malattia dell’apparato scheletrico, però è importante iniziare da giovani.
Durante la gioventù infatti si raggiunge una massa ossea tale da poter mettere “da parte” i minerali necessari per la salute delle ossa, in particolar modo il calcio.
Riuscire a farlo significa appunto avere una maggior possibilità di arrivare all’età adulta con delle ossa sane e forti, allontanando così il rischio di osteoporosi.
Per riuscirci occorre assorbire la giusta quantità di calcio e vitamina D attraverso l’alimentazione e l’esposizione al sole.
Va evitato il consumo di una quantità troppo elevata di alcolici, non bisogna fumare e allo stesso tempo serve sia fare un’attività fisica regolare, sia mantenere un buon peso forma.
La prevenzione è senza dubbio importante, però non esiste la garanzia di non incorrere in osteoporosi.
Vi sono infatti una serie di condizioni a livello ormonale che possono, in ogni caso, accelerare la perdita della massa ossea.
Diagnosi dell’osteoporosi
L’osteoporosi viene diagnosticata attraverso il parametro T-score. Grazie al numero DS (deviazioni standard) si esprime la densità ossea di una persona.
Si capisce perciò se è al di sopra o al di sotto della soglia considerata normale per un adulto giovane, cioè con un’età di circa 35 anni, questo perché è a tale età che raggiunge il suo valore massimo la densità di minerale osseo.
Ci sono altri parametri che vengono presi in considerazione come lo stato di salute, l’attività fisica, il gruppo etnico etc. Quando il valore è al di sotto del parametro di riferimento si parla di osteopenia.
Per fare tutta questa valutazione viene eseguita la densitometria ossea a raggi X di tipo DEXA che permette di misurare qual è la quantità di minerale osseo.
Qual è la miglior terapia per l’osteoporosi?
Non esiste a oggi una terapia per guarire dall’osteoporosi. Per questo motivo, come abbiamo accennato poco fa, la prima cosa da fare è cercare di prevenirla già in giovane età. Esistono però delle cure che permettono di rallentare l’avanzata della malattia.
La terapia è di tipo farmacologico e, visto che ne esistono diverse, sarà il medico a scegliere il più adatto per la persona che soffre di osteoporosi. Tra i fattori che vengono tenuti in considerazione per la scelta del farmaco troviamo:
- Sesso;
- Età;
- Gravità della malattia;
- Altre patologie presenti;
- Fattori di rischio.
Esistono in definitiva tre tipi diversi di farmaci contro l’osteoporosi e si suddividono in farmaci anti-riassorbitivi, agenti anabolici e agenti con doppio meccanismo.
Farmaci anti-riassorbitivi
Gli agenti anti-riassorbitivi permettono di inibire il riassorbimento osseo e in questo modo mantengono la densità ossea presente al momento. Rientrano nella categoria i bisfosfonati, la terapia ormonale sostitutiva, i modulatori selettivi del recettore degli estrogeni.
Attualmente i bisfosfonati sono la scelta predominante contro l’osteoporosi perché agiscono in modo deciso sul riassorbimento osseo.
I bifosfonati riducono in modo significativo il rischio di frattura. In base alla diagnosi verranno somministrati per bocca o per via endovenosa e con assunzioni dalle tempistiche differenti.
Hanno una scarsa tossicità, mentre l’effetto collaterale più comune interessa il tratto gastrointestinale superiore.
Agenti anabolici
Gli agenti anabolici, invece, aiutano il corpo a formare nuovo osso. Gli esperti stanno studiando nuove molecole, però al momento solo il teriparatide viene prescritto alle donne in post-menopausa, agli uomini con un elevato rischio di frattura e alle persone che hanno fatto un uso prolungato di steroidi.
Agenti con doppio meccanismo
Infine ci sono quelli a “doppio meccanismo” che servono a inibire il riassorbimento osseo e dall’altro la neoformazione ossea viene stimolata. Questo tipo di farmaci incontrano uno scarso impiego rispetto a quelli delle altre categorie.
Integratori alimentari per l’osteoporosi
Esistono anche integratori alimentari a base di calcio, vitamine (in particolare vitamina D e vitamina K) ed estratti naturali che possono essere utili in caso di lieve o moderata demineralizzazione ossea.
In alcuni casi il medico può valutarne la prescrizione in associazione alla terapia farmacologica per rallentare ulteriormente il processo di perdita di massa ossea.
Tra gli integratori alimentari che possono essere utili in caso di osteoporosi ricordiamo:
- Quisetil Calciofix 60CPR: è un integratore alimentare che può essere utile per prevenire le fratture ossee e il rachitismo. Allo stesso tempo ha effetti benefici per l’artrosi, l’infiammazione articolare, i capelli e le unghie fragili. Contiene estratti vegetali tra cui equiseto, inulina e fibra d’avena.
- Estromineral: è un integratore alimentare di 20 compresse a base di fermenti lattici probiotici, isoflavoni di soia, estratto vegetale di equiseto, vitamina D3 e calcio. Può essere utile quando vi è uno squilibrio ormonale durante la menopausa. I componenti dell’integratore possono essere utili per favorire la normale salute delle ossa e contrastare il fenomeno di decalcificazione.
- Vita K2: è un integratore a base di vitamina K e calcio fosfato dibasico che può essere utile anche nella prevenzione dei processi di decalcificazione ossea che possono condurre all’osteoporosi.
- Quinton hypertonic: è un complemento alimentare a base di acqua di mare oceanica microfiltrata a freddo che può essere utile per fornire il normale nutrimento alle cellule in termini di sali minerali.
Conclusioni
Come abbiamo visto, nonostante non esista una cura per combattere in via definitiva l’osteoporosi, grazie a controlli regolari e analisi mirate è possibile scoprire la malattia in tempo e iniziare sin da subito una terapia che permetta di rallentare il processo di demineralizzazione ossea.
Noi di Farmacia Cairoli siamo a tua disposizione per rispondere a eventuali dubbi o per fornirti maggiori informazioni sugli integratori alimentari per l’osteoporosi.
Ti ricordiamo che le informazioni riportate in questo approfondimento hanno un fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico. Per una diagnosi o per la prescrizione di una terapia per l’osteoporosi raccomandiamo di rivolgersi al proprio medico.
Ho quaranta anni ho il inizio della osteoporosi
Ciao Maria, le consigliamo di consultare il suo medico di fiducia. Tramite le analisi del sangue può verificare la quantità di vitamina D da assumere se ne fosse carente. Può ricorrere ad un esame strumentale come la MOC per accertare il grado di mineralizzazione ossea. A disposizione. Saluti